OSKAR PANIZZA - Psichopatia criminalis, genio e follia

OSKAR PANIZZA
PSICHOPATIA CRIMINALIS e GENIO E FOLLIA

(Traduzione di Andrea Chersi)

1998
pagg. 122

cover - psichopatia_criminalis.jpg Acre e umorale satira politica pubblicata nel 1898, utilizza certo linguaggio specialistico per mettere in rilievo la funzione politica della psichiatria.

Di Oskar Panizza non intendiamo qui dare un profilo biografico. Ci penseranno altri. Si saprà, comunque, che è nato nel 1853 nell'allora regno di Baviera, ebbe vita disordinata e segnata dall'impronta materna (strenua lottatrice contro le autorità civili ed ecclesiastiche). Lavorò come psichiatra, ma i suoi veri interessi rimasero letterari. Girovagò, cacciato e braccato per l'Europa; infine si costituì nel 1905. Rinchiuso in manicomio, vi rimase fino alla morte, nel 1921, lasciando una copiosa produzione,quasi completamente inedita.

Questa Psichopatia criminalis, acre ed umorale satira politica pubblicata nel 1898, utilizza certo linguaggio specialistico per mettere in rilievo la funzione politica della psichiatria e, secondo le parole dell'autore, verte sul "fervore persecutorio delle autorità tedesche in difesa della malattia politica che ha contagiato i tedeschi". In tale denuncia, Panizza segue la tradizione di Lutero, Cranach, Dürer e Von Hutten, ma non certo per lo stile letterario: Panizza scrive scrive come parla e parla in modo orrendo! Fu considerato il più osceno e indecente scrittore in lingua tedesca. Nessun poeta tedesco ha mai maltrattato tanto la propria lingua: massacra grammatica, sintassi e senso e ciò rende quasi impossibile riprodurne lo stile. Insomma il rappresentante di una bohème maledetta che è tutta da scoprire.