paragrafo quarto

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Vorrei però farmi capire bene. Non sostengo, naturalmente, che un tentativo di comprensione del mondo contemporaneo è incompatibile con la lettura dei giornali o con una conoscenza approfondita dell’uomo tra mille. Ma i giornali non possono essere interrogati che nella misura in cui ci informano sulle correnti significative del movimento sociale, cioè i loro dati devono essere rigorosamente elaborati. E l’uomo tra mille dev’essere considerato non in quanto fonte di movimento ma in quanto ostacolo a delle correnti che dovranno necessariamente passare attraverso di lui.

E non solo è impossibile trascurare questi giornali e quest’uomo tra mille, ma è necessario affrontare al loro riguardo un problema fondamentale, immediatamente legato ai principi che ho appena espresso. Non basta sottolineare la dissociazione tra la materia allo stato atomizzato, tra gli elementi che entrano in composizione, e la composizione stessa. Bisogna anche riconoscere che materia e composizione non sono in un rapporto costante. Talvolta il movimento di composizione è tanto forte che la materia (ossia gli individui e i loro stessi bisogni) non gli contrappone che un ostacolo lieve, appena un freno. Talaltra il movimento è talmente debole e la materia grava con tutto il suo peso. L’intensità del movimento conosce dunque dei momenti di crescita e di decrescita; e va da sé che ogni considerazione sul mondo contemporaneo dev’essere subordinata alla soluzione di un primo problema concernente la variazione d’intensità. Questo problema è facile da formulare: siamo attualmente in periodo di crescita o di decrescita dell’intensità del movimento che riunisce gli uomini? Oppure, in altri termini, l’uomo tra mille e le rappresentazioni ordinarie dei giornali che sfuggono ugualmente al movimento d’insieme sociale hanno maggiore o minore importanza che un tempo?

Senza alcun dubbio, un tale problema è a priori suscettibile di risposte complesse. Innanzitutto, è evidente che l’intensità può essere crescente in una data società e decrescente altrove. E poi, i periodi di crescita e di decrescita possono alternarsi rapidamente. Possono inoltre esserci delle alternanze rapide, delle brevi oscillazioni che modificano una crescita o una decrescita generale. In realtà, tenuto conto di una inevitabile molteplicità di aspetti provvisori, mi pare che si imponga una risposta relativamente semplice. Un tempo l’intensità del movimento d’insieme sociale è stata un tempo più grande di quanto non sia oggi. Questo movimento si costruisce, come ricorderò fra poco, attorno a centri sacri e va da sé che l’intensità delle fonti sacre attualmente esistenti è calata: la Chiesa, la nobiltà, la monarchia hanno perduto pressoché tutto il loro potere di persuasione.
Siamo qui alla presenza di fatti facilmente osservabili: la decadenza di una istituzione sacra non lascia sufficiente spazio al dubbio di chi la considera.
Ma non basta constatare un certo numero di decadimenti di quest’ordine per concludere che l’intensità del movimento d’insieme di una società decresce. È possibile ammettere che, a partire da un culmine raggiunto assai rapidamente, ogni istituzione sacra periclita in maniera costante. Può svilupparsi in importanza proprio quando decresce d’intensità, ma non è questo che importa. Un confronto essenziale riguarda il fatto che la nascita di istituzioni nuove può accompagnarne il deperimento. Ora mi pare che a partire dal Medioevo nessuna istituzione sacra davvero nuova sia venuta alla luce prima della guerra precedente, ma che il periodo successivo a questa guerra ha visto nascere, invece, potenti movimenti creatori di fonti d’una estrema intensità. Lo stato attuale si situerebbe dunque un po’ oltre il punto più basso della decrescita.
Se noi ci trovassimo nel punto in cui le società si trovavano vent’anni fa, ci sarebbe dunque possibile attribuire un’importanza relativamente grande all’uomo tra mille e a tutto ciò che gli assomiglia, ma da allora quest’uomo tra mille ha ampiamente dato prova di non avere gran peso, lui e i suoi piccoli interessi, quando è preso in un movimento intenso: egli in questo caso non conta più della molecola d’acqua pesante proiettata all’interno di una potente ondata. E di conseguenza, anche se è impossibile concludere, anche se nulla appare necessario – in realtà, è possibile che nessuna ondata nuova si produca dopo le ondate successive del comunismo e del fascismo (una simile rappresentazione ha qualcosa di assurdo, ma è tuttavia sostenibile), - anche se nulla appare necessario in anticipo, sappiamo che non esiste alcun muro come poteva sembrare vent’anni fa. Gli uomini della mia generazione hanno visto coi loro occhi la fondazione di tre nuove monarchie – molto più che dittature, veri poteri divini. È possibile, dopo questo, continuare, se si vuole, a vivere coi principi di un’epoca in cui queste responsabilità parevano escluse. Ma è diventato impossibile, nella misura in cui si ammette la realtà dei movimenti d’insieme, rappresentarsi degli ostacoli più decisivi che i movimenti. Il campo è libero: ciò che un’attenzione superficiale rappresenta come la realtà non è che l’espressione della pesantezza e la pesantezza terrena è sempre stata disarmata contro la vita.