IL CONGRESSO DI LONDRA

IL CONGRESSO DI LONDRA

I progressi del socialismo preoccupano le classi possidenti d'Europa e d'America. Qualche mese fa, uomini provenienti da tutti i paesi civili si riunirono a Londra, allo scopo di trovare tutti insieme i mezzi più efficaci per arrestare il pericoloso dilagare delle idee socialiste. Tra i rappresentanti della borghesia capitalista d'Inghilterra spiccavano lord Salisbury, Chamberlain, Samuel Morley, lord Randolph Churchill, Herbert Spencer, il cardinale Manning. Il principe di Bismarck, trattenuto per una crisi etilica, aveva inviato il suo consigliere personale, l'ebreo Bleichroeder. I grandi industriali e i finanzieri dei due mondi, Vanderbilt, Rothschild, Gould, Soubeyran, Krupp, Dollfus, Dietz-Monin, Schneider erano presenti personalmente o si erano fatti sostituire da uomini di fiducia. Mai si erano viste personalità di idee e di nazionalità tanto differenti comprendersi tanto fraternamente. Paul Bert era seduto al fianco di Monsignor Freppel, Gladstone stringeva la mano a Parnell, Clémenceau discuteva con Ferry e Moltke chiacchierava amichevolmente sulle possibilità di una guerra di rivincita con Déroulède e Ranc.
La causa che li riuniva imponeva di tacere sui loro rancori personali, sulle loro divisioni politiche e sulle loro gelosie patriottiche.

Il legato del Papa prese la parola per primo.

- Si governano gli uomini servendosi di volta in volta della forza bruta e dell'intelligenza. La religione era, un tempo, la forza magica che dominava la coscienza dell'uomo; essa insegnava al lavoratore a sottomettersi docilmente, a sopportare le miserie terrene sognando gioie celesti. Ma il socialismo, lo spirito del male dei tempi moderni, scaccia la fede e si insedia nel cuore dei diseredati; dice loro che non si deve relegare la felicità per l'altro mondo; gli annuncia che esso farà della terra un paradiso e grida al salariato: "Ti stanno derubando! Sù, in piedi, svègliati !" Prepara le masse operaie, un tempo così mansuete, ad un sollevamento generale che sconvolgerà le società civili, sopprimendo la famiglia, togliendo ai ricchi i loro beni per darli ai poveri, distruggendo l'arte e la religione, diffondendo nel mondo le tenebre della barbarie... Come combattere il nemico di ogni civiltà e di ogni progresso? Il principe di Bismarck, l'arbitro dell'Europa, il Nabucodonosor che ha sconfitto la Danimarca, l'Austria e la Francia, è sconfitto da dei ciabattini socialisti. I conservatori di Francia hanno immolato nel '48 e nel '71 più socialisti di quanti eretici furono ammazzati la notte di San Bartolomeo e il sangue di questi giganteschi macelli è una rugiada che fa germinare il socialismo su tutta la terra. Dopo ogni massacro, il socialismo rinasce più vivo. Il mostro è a prova di forza bruta. Che fare?

I saggi e i filosofi lì riuniti, Paul Bert, Haeckel, Herbert Spencer si alzarono a turno e proposero di schiacciare il socialismo con la scienza.

Monsignor Freppel fece spallucce:

- Ma se la vostra maledetta scienza fornisce ai comunisti i loro argomenti più solidi.

- Voi dimenticate la filosofia naturalista che noi professiamo, replicò Spencer. La nostra dotta teoria dell'evoluzione dimostra che l'inferiorità sociale dei lavoratori è fatale quanto la caduta dei gravi, che èla conseguenza necessaria di leggi immutabili e immanenti della natura; noi dimostriamo anche che i privilegiati delle classi superiori sono i meglio dotati, i meglio adatti, che continueranno a perfezionarsi senza fine e che finiranno col trasformarsi in una nuova razza in cui gli individui non assomiglieranno per nulla ai bruti dal volto umano delle classi inferiori che non si possono condurre altro che a suon di frustate. (nota1)

- Piaccia a Dio che le vostre teorie evoluzioniste non scendano mai tra le masse operaie; esse le renderebbero furiose, le getterebbero nella disperazione, questo consigliere di rivolte popolari, interruppe Pressensé. La vostra fede è davvero troppo profonda, signori scienziati del trasformismo; come potete credere che la vostra scienza disilludente si possa contrapporre ai miraggi incantatori del socialismo, alla comunione dei beni, al libero sviluppo delle facoltà che i socialisti fanno balenare agli occhi dei lavoratori estatici? Se vogliamo rimanere classe privilegiata e continuare a vivere a spese di quelli che lavorano, occorre distrarre l'immaginazione della bestia del popolo con le leggende e le favole dell'altro mondo. La religione cristiana svolgeva a meraviglia questo ruolo; voi, signori del libero pensiero, voi l'avete spogliata del suo prestigio.

- Avete ragione ad ammettere che è screditata, rispose brutalmente Paul Bert, la vostra religione perde terreno ogni giorno di più. E se noi, liberi pensatori, che voi attaccate sconsideratamente, non vi avessimo sostenuto di nascosto, pur avendo l'aria di combattervi per distrarre i babbei, se non avessimo votato ogni anno i bilanci del Culto, voi, ebbene sì, voi e tutti i preti, pastori e rabbini della sacra bottega, sareste crepati di fame. Sospendendo le retribuzioni, la fede si estingue... Ma, giacché io sono libero pensatore, giacché me ne infischio di Dio e del Diavolo, giacché non credo che in me stesso e nelle gioie fisiche e intellettuali che mi prendo, è per questo che riconosco la necessità di una religione, che, come dite voi, distragga l'immaginazione della bestia umana che si vuol tosare. Bisogna che i lavoratori credano che la miseria sia l'oro che acquista il cielo e che il Buon Dio accorda loro la povertà per riservargli il regno dei cieli in eredità. Io sono molto religioso... per gli altri. Ma, accidenti! perché fabbricarci una religione così bestialmente ridicola? Con la migliore volontà del mondo, non posso ammettere di credere che un piccione sia andato a letto con una vergine e che da questa unione, riprovata dalla morale e dalla fisiologia, sia nato un agnello che si è trasformato in un ebreo circonciso.

- La vostra religione non concorda con le regole della grammatica, aggiunse Ménard-Dorian, che si picca di purismo. Un Dio unico in tre persone è condannato a eterni barbarismi, a dei io pensiamo, io mi soffiamo il naso, io mi puliamo!

- Signori, non siamo qui per discutere gli articoli della fede cattolica, interloquì dolcemente il cardinale Manning, ma per occuparci del pericolo sociale. Voi potete, riprendendo Voltaire, schernire la religione, ma non impedirete che essa sia il miglior freno morale alle avidità e alle passioni delle classi inferiori.

- L'uomo è un animale religioso, disse sentenzioso il papa del positivismo, Pierre Laffitte. La religione di Auguste Comte non contempla né piccioni, né agnelli e, benché il nostro Dio non abbia né piume né peli, è nondimeno un Dio positivo.

- Il vostro Dio-Umanità, replicò Huxley, è meno reale del biondo Gesù. Le religioni del nostro secolo sono un pericolo sociale. Chiedete a Giers, che ci ascolta con un sorriso, se le sètte religiose di nuova formazione in Russia, così come negli Stati Uniti, non sono contaminate dal comunismo. Io riconosco la necessità di una religione, ammetto anche che il cristianesimo, ottimo ancora per i papuani e i selvaggi d'Australia, è un po' fuori moda in Europa; ma se ci occorre una nuova religione, facciamo in modo che non sia una copia del cattolicesimo e non contenga alcuna traccia di socialismo.
- Perché, interruppe Maret, felice di sussurrare una parola, non sostituire le virtù teologali con le virtù liberali, la Fede, la Speranza e la Carità con la Libertà, l'Uguaglianza e la Fratellanza?

- E la Patria, completò Déroulède.

- Queste virtù liberali sono davvero la grande scoperta dei tempi moderni, riprese Giers, hanno reso importanti servigi in Inghilterra, in Francia, negli Stati Uniti, ovunque, insomma, siano state utilizzate per guidare le masse; ce ne serviremo un giorno in Russia. Ci avete insegnato, signori occidentali, l'arte di opprimere in nome della Libertà, di sfruttare in nome dell'Uguaglianza, di mitragliare in nome della Fratellanza; voi siete i nostri maestri. Ma queste tre virtù del liberalismo borghese non bastano a costituire una religione; sono tutt'al più dei semi-dèi; resta da trovare il Dio supremo.

- L'unica religione che possa rispondere alle necessità del momento è la religione del Capitale, dichiarò con forza il grande statistico inglese, Giffen. Il Capitale è il Dio reale, onnipresente, che si manifesta sotto tutte le forme: è oro brillante e letame nauseante, gregge di montoni e carico di caffé, magazzino di sacre Bibbie e pacchi di disegni pornografici, macchine gigantesche e scorte di preservativi. Il Capitale è il Dio che tutti conoscono, vedono, toccano, sentono, gustano; esiste per tutti i nostri sensi. E' il solo Dio che non abbia ancora trovato atei. Salomone lo adorava, benché per lui tutto fosse vanità; Schopenhauer vi trovava attrattive inebrianti, benché per lui tutto fosse disillusione; Hartmann, l'inconscio filosofo, è uno dei suoi coscienti credenti. Le altre religioni non sono che sulle labbra, ma in fondo al cuore dell'uomo regna la fede nel Capitale.

Bleichroeder, Rothschild, Vanderbilt, tutti i cristiani e tutti gli ebrei dell'Internazionale gialla, battevano le mani e gridavano:

- Giffen ha ragione. Il Capitale è Dio, il solo Dio vivente!
Quando l'entusiasmo giudaico si fu un po' acquietato,

Giffen riprese:
- Agli uni la sua presenza si rivela terribile; agli altri tenera come l'amore di una giovane madre. Quando il Capitale si getta su un paese, è un ciclone che stritola e schiaccia uomini, bestie e cose. Quando il Capitale europeo si abbatté sull'Egitto, afferrò e sollevò da terra i fellah coi loro buoi, le loro carrette e le loro zappe e li trasportò fino all'istmo di Suez; col suo pugno di ferro li piegò al lavoro, bruciati dal sole, tremanti di febbre, torturati dalla fame e dalla sete: in trentamila cosparsero delle loro ossa i bordi del canale. Il Capitale sceglie gli uomini giovani e vigorosi, svegli e solidi, liberi e allegri; li imprigiona a migliaia nelle fabbriche, nelle filande, nelle miniere; là, come il carbone nella fornace, li consuma, ingloba il loro sangue e la loro carne nel carbon fossile, nella trama dei tessuti, nell'acciaio delle macchine; trasfonde la loro forza vitale nella materia inerte. Quando li molla, essi sono usati, rotti e invecchiati anzitempo; non sono che inutili carcasse che si disputano l'anemia, la scrofola, la polmonite. L'immaginazione umana, così fertile tuttavia in mostri terrificanti, non avrebbe mai potuto concepire un Dio tanto crudele, tanto spaventoso, tanto potente per il male. Ma quanto è dolce, previdente e adorabile per i suoi eletti. La terra non possiede sufficienti godimenti per i privilegiati del Capitale; esso tortura lo spirito dei lavoratori perché inventino nuovi piaceri, perché preparino piatti sconosciuti allo scopo di eccitare i loro appetiti esausti; procura vergini infanti per risvegliare i loro sensi spossati. Esso consegna loro come proprietà assoluta cose morte e esseri viventi.
Agitati dallo spirito di verità, strepitavano e urlavano:

- Il Capitale è Dio.

- Il Capitale non conosce né patria né frontiere né colore né razza né età né sesso; è il Dio internazionale, il Dio universale, esso piegherà alla sua legge tutti i figli dell'uomo!, gridò il legato pontificio, in preda a estasi mistica. Cancelliamo le religioni del passato; dimentichiamo i nostri odii nazionali e i nostri conflitti religiosi, uniamoci cuore e spirito per formulare i dogmi della nuova fede, della Religione del Capitale.


Il Congresso di Londra, che passerà alla storia alla pari dei grandi concilii che elaborarono la religione cattolica, tenne le sue sedute
per due settimane; fu
nominata una commissione composta dai rappre-
sentanti di tutte le nazionalità che fu incaricata di
redigere i verbali e di raccogliere in un corpo unico
le opinioni e le idee espresse. Siamo riusciti a pro-
curarci diversi stralci di tale commissione e li pub-
blichiamo in questo volume.

NOTE
(1) Ci duole profondamente che la mancanza di spazio ci obblighi a riassumere i notevoli discorsi pronunciati nel corso di questo congresso che riuniva le vette della scienza, della religione, della filosofia, della finanza, del commercio e dell'industria. Rimandiamo il lettore all'articolo in cui Spencer preconizza il carcere cellulare e la frusta come metodo di governo delle classi inferiori; è uscito sulla Contemporary Review di aprile ed aveva il titolo di "The Coming Slavery" ( la schiavitù a venire ). Il comunismo è la schiavitù che ci predice il celebre filosofo borghese.