OSKAR PANIZZA - Il Concilio d'amore et cetera et cetera

OSKAR PANIZZA
Il Concilio d'amore et cetera et cetera

(Traduzione di Andrea Chersi)

1988
pagg. 174

cover_Concilio
"Chi odiano di più?
Coloro che rompe le loro tavole
dei valori, il distruttore, il delinquente.
Ma è costui che crea."

Friedrich Nietzsche

Oskar Panizza, socio fondatore della “Società per una Vita Moderna”, coltissimo, provvisto di un’immensa capacità di assorbimento culturale e circondato da enorme ammirazione, si occupò attivamente dei problemi più scabrosi del periodo in cui visse (1853-1921), come genio e follia, distruzione del cattolicesimo, potenziale rivoluzionario del protestantesimo. Dopo una serie di pamphlet e di conferenze satiriche, nel 1894 pubblicò in Svizzera Il Concilio d’amore, “tragedia celeste”, in seguito
alla diffusione della lue in Europa, suscitando un autentico ciclone di stampa. Incriminato e processato, fu condannato a un anno di carcere per oltraggio alla divinità. Scontata la pena, si trasferì a Zurigo e poi a Parigi dedicandosi ormai esclusivamente ad un’intensissima attività di pubblicista.

In un clima persistente di boriosa e chiassosa propaganda sostenuta ai nostri giorni dalle “centurie clericali” istigate e capeggiate dallo “Zar
del Vaticano”, ci è sembrato più che naturale togliere dal dimenticatoio questo libello particolarmente dissacratorio e che rimane il capolavoro di Panizza. Risalgono pure al periodo in cui vagabondò nell’Europa i testi presentati assieme in questa raccolta e finora inediti in italiano: “Uno scandalo in convento”, “La chiesa di Zinsblech” e “Il delitto di Tavistock Square”. Tutti testi che sono le singole componenti di quell’esplosiva, blasfema e atea cometa scagliata da Panizza contro quello
spettro non ancora sconfitto che è il cattolicesimo.

Il Concilio d'amore

ATTO PRIMO
SCENA PRIMA

Il cielo. La sala del trono. Tre angeli come pulcini bianco cigno, pantaloni stretti a gambale, calze, alucce come quelle degli amorini. Capelli corti, incipriati. Scarpe di seta bianche. Hanno in mano dei piumini per togliere la polvere.

Preludio

L'abisso del male in quanto problema, per poco che ci si affacci, imbeve di precarietà la corda che gli uomini allestiscono per discendervi e, se possibile, risalire da esso. toccarne il fondo non significa mai altro che prendere contatto col suo immenso magma viscoso e provarne l'orrore senza riuscire, alla luce di una lampada vacillante, a delimitarne i confini nè convincersi, senza un capzioso artifizio, della sua necessità. Tale artifizio consiste nell'inculcare l'idea del peccato, originale o no, di cui ci si potrebbe sorprendere ed affliggere abbastanza che possa essere ritenuta comunemente come ragione ammissibile e sufficiente a dispetto di tutte le iniquità stridenti che lascia sussistere...
L' Eterno Femmineo conserva in Panizza tutto il suo affascinante valore anche se occorre che l'attrazione si produca, come in Goethe, in sensoascensionale. Da Maria alle diverse creature che di volta in volta il Diavolo fa venire dal campo dei morti, tutte gareggiano in incoscienza e riempiono di fiori le scogliere.

COMMENTO

E' il capolavoro di Oskar Panizza (1853-1921), autore tedesco di immensa erudizione, psichiatra, appassionato di musica e di filosofia.
Cacciato e braccato per i suoi scritti, vagabondò a lungo, sempre scrivendo, per l'Europa finchè, nel 1905, decise di costituirsi, finendo rinchiuso in manicomio dove rimase fino alla morte.
Venne riscoperto poi dai surrealisti.

L'indice del testo riporta tre scritti:
1. Il Concilio d'amore ( Tragedia celeste in cinque atti);
2. Uno scandalo in Convento;
3. La chiesa di Zinsblech;
4. Il delitto di Tavistock Square.