EDWARD SEXBY
UCCIDERE NON E' ASSASSINARE
(Traduzione di Andrea Chersi)
1990
pagg.77
Uno dei pamphlet più famosi che abbia prodotto la Rivoluzione inglese.
Pubblicato nel 1657, è un classico della critica del potere e insorge contro il tiranno, invitando energicamente ad ucciderlo al più presto e con qualsiasi mezzo. E' con scritti di Machiavelli, La Boétie e qualche altro, un classico della critica del potere. La sua originalità sta innazitutto nel fatto che è contro iun tirranno individuato per nome e cognome ed invita energicamente ad ucciderlo al più presto con qualsiasi mezzo. In secondo luogo questo tiranno è il prototipo degli illegittimi capi di Stato moderni, il "recuperatore" che ha fondato il proprio potere schiacciando una rivoluzione sociale, di cui in precedenza aveva assunto la direzione: in questo senso quelli di Robespierre o di Lenin e quelli dei loro successori perpetuamente malsicuri, Bonaparte come Stalin e i suoi figli.
Killing no murder, stampato nel 1657 nei Paesi Bassi, sposa le più salde analisi di Machiavelli (d'altronde attribuite abilmente e non infondatamente al nemico da abbattere, come uniche guide della sua condotta) con quel gergo biblico, che caratterizzò la rivoluzione borghese d'Inghilterra, come più tardi lo stile dei "romani risuscitati" sarà la sigla della grande Rivoluzione Francese. Il tono di questo phamplet è all'origine di tutta una corrente della letteratura inglese, l'unica di cui non si riscontrino equivalenti all'estero, quella che va da Swift a Junius e sicuramente, ricondotta ad un esrcizio di umorismo estetico al Thomas de Quincey di "L'assassinio considerato come una delle belle arti", del 1827.
Nativo del Suffolk, E. Sexby proveniva dal ceto superiore degli artigiani o dei liberi contadini. Nel 1657, legato al complotto del Sindercombe, pubblicò questo phamplet. Rientrato clandestinamente in inghilterra per unire la pratica alla teoria, venne arrestato dall'efficiente polizia di Cromwelk, che requisì parte della tiratura del suo libretto. imprigionato nella Torre di Londra, vi morì nel 1657, in circostanze rimaste oscure.