Blog Blu di Laura Antichi

Riti Collettivi nella tradizione

Il Carnevale nel rito Badalisc durante la notte della Befana. Ad Andrista, in Valle Camonica, ogni anno, al posto dei re magi, ritorna, in una festa pagana a sfondo sociale, il Badalisc.
“Nè la pioggia né il freddo pungente hanno scoraggiato la mordacità del «Badalisc» che puntualmente, alla vigilia dell’Epifania, è stato catturato nelle adiacenze di Andrista di Cevo, dove vagava da un anno, e legato ad una corda dai suoi compari si è presentato davanti ad un uditorio in attesa delle sue salaci battute. La tradizione di Andrista si è rinnovata con successo nonostante il maltempo, che non ha tenuto lontano gli affezionati della festa. Il portavoce del «Badalisc» sul terrazzo del nuovo centro polivalente ha letto il discorso, infarcito di riferimenti a cose e persone, più o meno anonime, sfiorando in qualche circostanza il limite della decenza e andando ben al di là del lecito. Doppisensi, battute, e anche qualche ardita ed esplicita prosa, hanno preso in mezzo amministratori, scelte ed opere dei Comuni vicini, ma anche del capoluogo Cevo. E dopo la satira, i numerosi spettatori hanno avuto l’opportunità di riscaldarsi nel nuovo centro di aggregazione, dove la festa è proseguita fino a notte fonda fra canti, balli e specialità gastronomiche. L.RAN.” http://www.bresciaoggi.it/ultima/oggi/provincia/F.htm

Per saperne di più:

http://www.demologia.it/brescia/feste/3cevo/basalisk.htm

http://it.wikipedia.org/wiki/Andrista

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LE RANOCCHIE NELLA PANNA
(da Lascia che ti racconti di J. Bucay)

C’erano una volta due ranocchie che caddero in un recipiente di panna.
Si resero subito conto che sarebbero annegate era impossibile rimanere a galla per tanto tempo in quella massa densa come le sabbie mobili. All’inizio le due rane si misero a sgambettare nel tentativo i raggiungere il bordo del recipiente. Ma era inutile; riuscivano soltanto a sguazzare sul posto e ad affondare. Diventava sempre più difficile risalire e respirare.

Una di loro disse ad alta voce: “Non ce la faccio più. E’ impossibile uscire di qui. Non si può nuotare in mezzo a questa roba viscida. E dato che devo morire, non vedo perché prolungare la mia sofferenza. Non riesco proprio a capire che senso abbia morire di sfinimento per uno sforzo inutile.
Detto questo smise di scalciare e affondò rapidamente, inghiottita dal denso liquido biancastro.

L’altra rana, più costante o forse più cocciuta disse fra sé: “Non c’è verso di salvarsi!! Non si può fare nulla per andare avanti in mezzo a sta roba … e ppure. Anche se la morte si avvicina preferisco lottare fino all’ultimo respiro: non voglio morire neanche un secondo prima che sia giunta la mia ora”. Continuò a sguazzare sempre sul posto, senza muoversi di un millimetro, per ore e ore.

E a un tratto, con tutto quello zampettare e ancheggiare, agitare e tirar calci, la panna si trasformò in burro. Meravigliata la ranocchia spiccò un salto e pattinando raggiunse il bordo del recipiente. Lo scavalcò e se ne ritornò a casa gracidando allegramente.

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Laura Antichi

Da Il mago di John Fowles

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Questa storia può essere utilizzata in ipnosi

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Vesto volentieri di bianco, ma penso sempre al blu: è il mio colore
metafora dell’anima e della sua profondità. È denso e vischioso
in certe tonalità, lunare e suggestivo. Ha l’armonia interiore
del fuoco con le ombre. È l’ombra del corpo vivo, che si muove
e respira, l’acqua, il cielo, lo spirito. Ho chiamato il mio WordPress
podcasting in linea blu per indicare quel filo sottile della parola narrata:
diventa porta alle emozioni profonde, che riposano dentro per un po’ ma
che sono la forza e il sostegno. Il blu è la brace mai spenta e conserva
tutto il calore dopo aver conosciuto l’impulso rosso-effimero ed averlo
bruciato.

 

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